Nintendo fa arrestare giocatore dei Pokémon | Non doveva venderli quei salvataggi

Un giocatore di Pokémon è finito in manette perchè pizzicato a vendere salvataggi contraffatti in un marketplace.

Nintendo sembra essere in un momento della sua storia in cui non sopporta più nessuna forma di mancanza di rispetto alla propria società e al suo gioco più famoso: i Pokémon.

la polizia arresta rivenditore di pokenon
Pokemon di contrabbando in Giappone. Succede – games.it

Dopo che la società ha costretto l’emulatore più famoso per Nintendo Switch a chiudere i battenti con un accordo economico, arriva da NHK News, la notizia che un uomo è stato arrestato accusato di aver venduto salvataggi dei giochi dei Pokémon.

L’operazione sarebbe partita dopo che la polizia avrebbe eseguito un pattugliamento virtuale e scoperto queste attività fraudolente.

Vendeva Pokémon rari sottobanco, arrestato giocatore Nintendo

Potremmo forse definire il reato come traffico illegale di mostriciattoli da taschino? Un po’ come succede con gli animali rari nel mondo reale? L’uomo di 36 anni, Shirohiro Yamakawa di Kyoto, è stato arrestato (intanto) con l’accusa di violazione delle leggi sulla competizione commerciale. Il resoconto di NHK News racconta che tra il periodo di dicembre dell’anno scorso e marzo Yamakawa avrebbe utilizzato alcuni tool specifici per modificare i file di salvataggio di Pokémon Violetto.

la polizia arresta un rivenditore di pokemon sottobanco
Con un tool trovato online quest’uomo campava vendendo Pokémon – games.it

E in particolare avrebbe lavorato per far sì che, in base alle richieste della clientela, apparissero alcuni mostriciattoli piuttosto che altri. Il prezzo medio pagato online dai suoi clienti era di circa 80 euro, 13.000 yen. Tutto si sarebbe svolto attraverso una piattaforma su cui avvenivano gli scambi tra lui, in qualità di venditore di Pokémon contraffatti, e i giocatori interessati ai mostriciattoli più rari. L’uomo, dopo essere stato arrestato, ha confessato quanto fatto ma ha cercato di giustificarsi spiegando di utilizzare questo sistema semplicemente come mezzo per sopravvivere. Adesso Yamakawa rischia non solo una multa dell’equivalente di 30.000 euro ma anche 5 anni di prigione. Le indagini della polizia hanno portato quindi all’arresto del primo trafficante di Pokémon.

Ma, oltre all’aspetto interessante del fatto che qualcuno riesca a guadagnarsi qualche soldo da vivere attraverso attività illegali collaterali ai Pokémon, c’è quello più tecnologico. Il report della polizia infatti parla di un tool che è scaricabile gratuitamente da internet e che, in più, non c’è necessità di particolari conoscenze tecnologiche per poter utilizzare lo strumento e manipolare così il software. Una un’attività del genere, questa per esempio è la dichiarazione della organizzazione che in Giappone protegge il copyright, ha ricadute su diversi aspetti legati ai videogiochi: la perdita economica da parte della società, in questo caso Nintendo, che non incamera il denaro che potrebbe se le attività fossero svolte in maniera legale e la distruzione dell’aspetto stesso del videogioco per gli altri nonché la possibile negativa influenza sugli eventi online.

Il sottobosco criminale che si muove intorno ai Pokémon continua ad essere estremamente creativo a quanto pare e anche se ovviamente è qualcosa che non si fa, da questa parte dell’oceano non possiamo non sorridere pensando che qualcuno pagherebbe per avere sbloccato un Pokémon raro piuttosto che far lavorare il proprio allenatore. Che ve lo comprate a fare il gioco se non ci volete giocare?

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